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Disturbi dello spettro della schizofrenia

Secondo il manuale diagnostico DSM-5 i disturbi dello spettro della schizofrenia sono caratterizzati da sintomi quali:

  • Deliri
  • Allucinazioni
  • Pensiero disorganizzato (eloquio)
  • Comportamento motorio disorganizzato e anormale
  • Sintomi negativi (abulia, anedonia, alogia, riduzione dell’espressione delle emozioni)

E comprendono:

  • Disturbo schizotipico di personalità : prevede delle alterazioni nei contenuti del pensiero che ruotano intorno a tematiche quali la credenza di essere oggetti di un complotto, credenza di un collegamento tra situazioni tra loro slegate, credenze bizzarre e pensiero magico. Il sistema di credenze e percezioni che caratterizza il disturbo schizotipico di personalità influenza il comportamento che trova espressione nell’esasperazione di concetti come la superstizione, la chiaroveggenza, la telepatia e un’accentuazione dei sensi.
  • Disturbo delirante: prevede la presenza di deliri per almeno un mese. I deliri possono avere varie tematiche, pertanto il delirio può essere di grandezza, di gelosiadi persecuzionedi tipo somatico, misto o senza specificazione.
  • Disturbo psicotico breve: comporta l’esordio improvviso dei sintomi comuni, ha una durata di almeno un giorno ma meno di un mese, e può contenere o meno marcati fattori di stress, in questo caso i sintomi si manifestano a seguito di eventi che risulterebbero marcatamente stressanti per chiunque o al contrario si manifestano a seguito di circostanze definite stressanti in maniera altamente soggettiva. Questo tipo di disturbo può esordire anche in relazione al postpartum e può presentare catatonia.
  • Disturbo schizofreniforme: i sintomi primari, deliri, allucinazioni, eloquio disorganizzato, comportamento psicomotorio disorganizzato e catatonico e sintomi negativi sono identici a quelli della schizofrenia, ciò che li differenzia è la durata, che per soddisfare i criteri diagnostici di questo disturbo, deve essere maggiore di un giorno e inferiore ad un mese.
  • Schizofrenia: i sintomi comportano una gamma di disfunzioni cognitive, comportamentali ed emotive che persistono per un periodo consistente, ma tuttavia non sembrano essere il risultato diretto di alcuna singola caratteristica. Certi segni del disturbo devono persistere per almeno 6 mesi e possono manifestarsi attraverso una affettività inadeguata, umore disforico, un ritmo sonno/veglia disturbato e disinteresse riguardo l’alimentazione.
  • Disturbo schizoaffettivo: prevede la presenza dei sintomi comuni agli altri disturbi annoverati in questa categoria, con in aggiunta un’associazione che soddisfa vari disturbi dell’umore, primo fra tutti il disturbo depressivo maggiore. Il disturbo è associato al malfunzionamento sociale e lavorativo.
  • Disturbo psicotico indotto da sostanze, farmaci o dovuto ad altre condizioni mediche: le caratteristiche essenziali del disturbo psicotico dovuto a sostanze prevedono una valutazione dei sintomi in associazione agli effetti fisiologici indotti dall’assunzione di farmaci, e ciò è previsto anche per quanto concerne il disturbo psicotico dovuto ad altre condizioni mediche che non includono altri disturbi mentali, pertanto quest’ultima deve essere identificata quale eziologia della psicosi.
  • Catatonia: la catatonia può verificarsi come espressione di vari disturbi, ed è definita da gravi deficit in ambito psicomotorio che possono manifestarsi attraverso una marcata riduzione delle reattività all’ambiente, marcata agitazione, stereotipia, mutismo. La manifestazione clinica della catatonia può essere sorprendente in quanto le alterazioni psicomotorie possono oscillare tra una quasi del tutto assente reattività ad una peculiare ed eccessiva attività motoria.

In molti casi ai pazienti viene fatta erroneamente la diagnosi di disturbo schizofrenico quando in realtà si tratta di disturbo dissociativo, questa confusione è dovuta al fatto che i sintomi utilizzati nella diagnosi di schizofrenia (deliri e allucinazioni) sono comuni anche ai disturbi dissociativi. La letteratura scientifica dimostra come in realtà molti di questi siano più frequenti nel disturbo dissociativo dell’identità.
Per poter fare una corretta diagnosi differenziale può essere utile la somministrazione della DDIS o della SCID-D.

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